Le colline avvolte dalla nebbia del Parco Nazionale della Foresta Impenetrabile di Bwindi si trovano ai margini della Rift Valley, nel sud-ovest dell’Uganda. Sono ricoperte da una foresta pluviale vecchia di 25.000 anni, conn una biodiversità da record nella regione: 1.000 specie di piante da fiore, 120 mammiferi, 27 rane, 350 uccelli e più di 300 farfalle.

Ma la specie che più attira le fantasie dei viaggiatori sono i gorilla di montagna, una delle cose da fare in Uganda. A Bwindi se ne contano poco più di 450 esemplari a rischio estinzione. Si tratta quasi della metà del totale rimasto al mondo, gli altri sulle montagne del Virunga tra RD Congo, Ruanda e Uganda. Nel XX secolo, tra caccia, guerra e riduzione della foresta, i gorilla di montagna si sono pericolosamente avvicinati all’estinzione. Ma decenni di sforzi, recentemente aiutati dalle entrate del turismo, hanno invertito la tendenza.

I gorilla di montagna sono i primati più grandi del pianeta: un maschio adulto può arrivare a misurare 170 cm per 180 kg. Passano le loro giornate mangiando piante e piccoli insetti, giocando e esplorando la zona, sotto lo sguardo attento del silverback che domina il gruppo.

Come molti altri primati, i gorilla sono molto intelligenti e con buone capacità di comunicare e usare attrezzi primitivi, per esempio un bastone per vedere quanto è profondo un corso d’acqua. Alcuni gorilla in cattività hanno anche appreso le basi del linguaggio dei segni.

È famosa per i suoi sforzi nello studio e nella conservazione dei gorilla l’esperta di primati Dian Fossey che visse sulle montagne del Virunga tra il 1966 e il 1985, osservandoli e facendo ricerca. L’americana ha il merito di aver dato inizio al primo programma anti-bracconaggio nell’area.

Nel 1991 la foresta di Bwindi venne riconosciuta come parco nazionale protetto e due anni dopo iniziarono i primi tour per osservare i gorilla di montagna (il gorilla tracking o trekking) che apportarono risorse alla protezione e conservazione della foresta.

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Se vai a vedere i gorilla sarai portato a osservare una delle famiglie di gorilla abituate alla presenza dell’uomo. Da poca distanza vedrai come si muovono nel loro habitat, con gli esemplari più giovani che sono ovviamente i più attivi.

È un’esperienza incredibile che è diventata velocemente molto popolare: negli anni ’90 arrivavano circa 3.000 turisti l’anno per fare il gorilla tracking, mentre nel 2020 si è arrivati ai 36.000. I benefici per le comunità locali sono molteplici: si creano posti di lavoro, la qualità di vita migliora, si sviluppano infrastrutture e ci sono più opportunità di business.

Una delle minacce attuali per i gorilla sono le malattie trasmesse dagli umani a causa della vicinanza genetica tra noi e loro: possono prendere le nostre malattie, ma non hanno i nostri anticorpi. Interagire con troppi turisti potrebbe essere pericoloso per i gorilla. Un programma del 2003 cerca di proteggere i gorilla attraverso un programma di salute pubblica delle comunità vicine.

Attualmente si possono acquistare solo otto permessi al giorno per ogni famiglia di gorilla, così da non avere più di otto turisti al giorno. I gruppi passano un massimo di un’ora con i gorilla e devono rimanere ad almeno sette metri di distanza. Sono tutte misure prese per fare sì che i gorilla non si abituino troppo agli umani.

Un permesso costa 700$ per persona ed è spesso incluso dal tuo tour operator nel costo del tuo viaggio in Uganda.

La maggior parte di quei soldi è utilizzato per la conservazione dei gorilla e del loro habitat. Questo include programmi per la coesistenza tra uomini e animali, l’educazione e la salute della comunità locale e molto altro ancora. Una percentuale va a finanziare progetti di business locali, mentre il resto è versato al governo in tasse per lo sviluppo delle infrastrutture.

I turisti in viaggio in Uganda che visitano Bwindi non solo vedono i gorilla, ma alloggiano anche nei lodge locali, mangiano cibo tradizionale e fanno altre attività come trekking e birdwatching. Tutte queste attività sono gestite dalla comunità locale che riceve delle entrate preziose che rimpiazzano le entrate tradizionali legate allo sfruttamento delle risorse naturali della foresta, come tagliare la legna da vendere per fare il fuoco, raccogliere il miele selvatico o preparare trappole per catturare piccoli animali selvatici. Da quando Bwindi è diventato parco nazionale protetto, tutte queste attività sono illegali.

I soldi del turismo e gli sforzi della Uganda Wildlife Authority e altre organizzazioni locali hanno risollevato la popolazione dei gorilla di montagna che era sull’orlo dell’estinzione. Grazie all’educazione, questo sforzo è portato avanti dalle comunità locali che lavorano insieme alle autorità per conservare i primati.

I gorilla si muovono nella foresta millenaria senza sapere l’effetto che la loro presenza ha sulla foresta, la comunità e l’Uganda intera.

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